LE MOTIVAZIONI
La motivazione
è un processo attivato da un bisogno (interno o esterno) che induce l’individuo ad una determinata azione, al fine di
soddisfare il bisogno di partenza.
Le motivazioni
sono di 5 tipi:
* primarie :
avviate da un bisogno biologico, fisiologico;
* secondarie
: di carattere personale, apprese con l’esperienza;
* superiori :
hanno una forte carica ideale;
* estrinseche
: prevedono un tornaconto, un guadagno, derivano dall’ambiente;
* intrinseche
: non hanno secondi fini, derivano dalla persona.
LE EMOZIONI
L’emozione
è un impulso ad agire; un piano d’azione che l’evoluzione ci ha donato per gestire le emergenze della vita in
tempo reale. La radice stessa della parola è moveo (dal latino = muovere), la quale
indica che l’emozione è tendenza al movimento, all’agire. Negli animali e nei bambini questo impulso è forte,
facilmente riconoscibile. Poi da adulti tendiamo a rispettare la civiltà, l’educazione, le sovrastrutture e ci separiamo
dalle emozioni, le reprimiamo o le governiamo. Nel pieno di un’emozione, l’ individuo è interessato sui piani
biologico, cognitivo e comportamentale. Anche se non sempre questi aspetti sono
presenti contemporaneamente.
Collera: sangue affluisce maggiormente nelle mani (facilitazione nell’afferrare
qualcosa); aumento frequenza cardiaca; scarica di ormoni, tra cui l’adrenalina.
Paura: sangue affluisce maggiormente nelle gambe (facilitazione nella fuga); volto
pallido; corpo immobilizzato o pronto a scappare e a nascondersi; ormoni che mettono in stato di allerta.
Felicità: inibizione sentimenti negativi
e angosciosi; generale riposo; entusiasmo per qualsiasi compito o obiettivo intrapreso.
Sorpresa: sollevamento ciglia; visuale più ampia per raccogliere maggiori dati sull’evento
inatteso.
Disgusto: offesa, anche metaforica, al gusto o all’olfatto.
Tristezza: caduta di energia ed entusiasmo per piaceri o distrazioni; rallentamento
metabolismo. Si avverte quando si ha la perdita di qualcuno vicino, una delusione, una speranza frustrata… le energie
tornano quando si comprende ciò che si vive.
Emozionarsi è,
dunque, interagire con l’ambiente circostante, in rapporto ai nostri bisogni e ai nostri scopi.
Noi comunichiamo
le nostre emozioni sia involontariamente che volontariamente. Quando decidiamo di manifestarle è perché vogliamo provocare:
- contagio emotivo
(per suscitarne di simili nelle altre persone);
- conforto sociale
(sostegno psicologico);
- presentazione
di se stessi (creando una certa immagine di noi);
- controllo sulle
relazioni (dialogare e aiutare => rafforzo rapporti,
litigare o essere
aggressivi => rottura relazioni).
A proposito di
motivazioni ed emozioni, volevo aggiungere qualche nozione appresa grazie alla lettura de “L’INTELLIGENZA EMOTIVA”
di Daniel Goleman.
Innanzitutto
vorrei definirla: è la capacità di fare un uso intelligente delle emozioni.
È motivare se
stessi a perseguire gli obiettivi nonostante le frustrazioni; è aumentare l’autoconsapevolezza e l’empatia; è
cooperare e stabilire legami sociali; è controllare i nostri sentimenti negativi; è forse………. La felicità?
Da sempre il
nostro grado di intelligenza è stato misurato attraverso un test QI, ovvero del quoziente intellettivo. Ma questo ha ben poco
a che fare con il successo che poi le persone riscontrano nel lavoro e nella vita. Le prestazioni scolastiche, infatti, non
dicono nulla sul modo in cui gli individui reagiscono ed interagiscono con l’esterno e con la società.
È triste pensare
che per decenni siamo stati considerati sulla base del nostro vuoto sapere. C’è ben altro e Salovery, psicologo sulla
scia di Gardner (autore della teoria sull’intelligenza multipla) , lo sa. Egli include 5 abilità nella definizione stessa
di intelligenza emotiva:
1- conoscenza
delle proprie emozioni -------- è l’autoconsapevolezza
2- controllo
delle emozioni -------- capacità di calmarsi, liberarsi dall’ansia…
3- motivazione
di se stessi -------- dominazione delle emozione per uno scopo
4- riconoscimento
delle emozioni altrui -------- empatia
5- gestione delle
relazioni -------- gestione emozioni altrui (leadership)